Nella storia dell’Africa Twin RD03 ci sono dei punti che, una volta connessi, ti permettono di comprendere -complessivamente – la vicenda di questa moto che ha travalicato epoche e che è giunta nel 2019 con inalterato fascino rispetto a quando era stata presentata.
Uno di questi punti è Marco Pinoli che circa 10 anni fa concesse una intervista alla rivista “Motociclismo d’epoca” in occasione dell’articolo sull’Africa Twin: “venni contattato da un amico di Corsico che doveva realizzare l’articolo e sapeva che avevo un’Africa Twin RD03; proprio in quei giorni avevo appena raggiunto insieme al mio amico Roberto il mitico traguardo dei 100.000km“.
Ricordo bene quei momenti perchè stavamo andando a fare la via del Sale e ci fermammo in quel di Pieve di Teco alle 10.30 a lato strada a festeggiare con una bottiglia di spumante che da qualche giro conservavo nel bauletto; con l’occasione scrivemmo “100.000 km” sul parabrezza e autografammo il tutto a testimonianza dell’evento.
È un ricordo molto caro perchè nel frattempo il mio amico ha deciso di percorrere in moto le strade del cielo e quando riguardo il parabrezza un pensiero vola sempre da lui.
Ma cosa è successo in questi 10 anni ?
“Ho continuato a usare l’Africa nei miei viaggi verso Est e oggi sono arrivato a 133.000km sempre con gran soddisfazione: sono stato in Romania, Slovenia, Montenegro e ho girato in lungo e in largo tutta l’Europa alla caccia di sterrati e stradine complesse; subito dopo la guerra dei Balcani ho avuto l’occasione di percorrere gli scenari dove si erano svolti gli eventi bellici, riflettendo sugli eventi appena terminati. In un paio di occasioni ci siamo trovati in situazioni avventurose e surreali come quando, uscendo da una curva in montagna, ci siamo trovati davanti un carro armato che ha voltato il cannone verso di noi pronto ad aprire il fuoco.
Quella zona era infestata da banditi e non considerata assolutamente sicura, ma noi (impavidi e forse un pó incoscenti) siamo partiti a razzo senza rallentare mai e senza mai voltarci per i successivi 60km !!!
L’Africa l’ho sempre usata con rispetto, ma senza mai risparmiarmi; ho fatto tanto sterrato, fango, buche, rami e piste poco praticabili, ma ogni volta che la guardo mi sembra sempre più bella e lucente e mi chiedo se l’abbiano verniciata con l’acciaio visto la brillantezza e lucentezza delle plastiche.
Dopo l’articolo di dieci anni fa, molte persone mi hanno riconosciuto, ammirando la mia moto che è stata anche esposta in una manifestazione di Novegro dedicata a questo genere di moto.
Ogni anno arriva la “settimana della gara” nella quale sono molto tentato di apportare alcune modifiche alla mia Africa per trasformarla in una moto più racing…ma ogni anno arrivati all’ottavo giorno mi dico “ma in fondo va bene così” anche se l’anno scorso sono andato molto vicino a comprarne un’altra da fare puramente da off estremo.
Alla fine non cambierei nulla della mia fedele compagna che negli anni ho imparato a guidare in ogni situazione, con grande fiducia nel mezzo, nella sua affidabilità e robustezza.
Un ultimo aneddoto ?
Questa storia val la pena di essere raccontata: qualche anno fa avevamo deciso di andare a visitare il Lago Baikal e avevamo pianificato tutto, ma prima della partenza era venuto giù uno stratempo che aveva fatto piegare la grossa pianta che c’è davanti al mio garage….non potevo uscire in moto !!! Con l’aiuto dei miei amici, siamo andati a prendere corde e argani e, a forza di braccia, siamo riusciti a risollevare la pianta giusto il necessario per portare fuori la moto. Il viaggio è potuto così iniziare e siamo arrivati in Slovenia dopo centinaia di chilometri sotto la pioggia, abbiamo deciso di sostare in una località termale per far asciugare le ossa…c’è piaciuto così tanto che abbiamo completamente scordato il Lago Baikal, trasformando il nostro viaggio nel tour delle terme slovene !!!
L’Africa è pronta per nuove avventure e compiere altri migliaia di migliaia di chilometri…ci risentiamo tra 10 anni !!!!